Sempre di più persone passano parte della propria vita nel cyberspazio, in gruppi di discussione che rappresentano a tutti gli effetti espressione della propria personalità, del resto in questi luoghi virtuali spesso si parla liberamente facendo poca attenzione a ciò che si scrive, scordandosi che a differenza delle messaggerie private ogni altro strumento è condiviso da tutti e che i messaggi vengono scritti o letti in momenti diversi.
Come già espresso nell’articolo inerente alla reputazione, raccontare la propria opinione che si ha di un individuo, azienda, servizio o prodotto, è un atteggiamento che non piace proprio a tutti, soprattutto a chi fa del parere degli utenti il cavallo di battaglia del proprio marketing nel web.
D’altra parte è anche vero che trattandosi di discussioni che avvengono in rete, molti utenti nascosti da nick fantasiosi e forti dello pseudo distacco con la realtà per il solo fatto di trovarsi dietro a un computer, si lasciano andare a commenti molto coloriti o accuse del tutto gratuite, pensando che la rete sia una zona franca dove sia possibile dire tutto quello che si vuole senza usare neanche un neurone, come accade spesso per quelli che considero i dementi digitali
In realtà non è del tutto vero, facciamo chiarezza.
La diffamazione e il web, è un argomento particolare, ma dovrebbe interessare un po’ a tutti cyber cittadini e quelli che vivono di comunicazione. Spesso se ne parla a sproposito, specialmente in un paese come il nostro dove la querela è anche un simbolo e uno strumento di potere, quindi in un caos di parole buttate in giro tanto per consumare qualche bit e far sentire che esistete i consigli pratici sono sempre benvenuti e ricordate sempre che prevenire è meglio che curare.
Di solito quando si verificano problemi, è un po’ tardi per stare a far ricerche tra i siti giuridici, perciò prima di tutto sgombriamo il campo da tanti equivoci: offendere è reato per strada, alla televisione o sui giornali e altrettanto è su internet, quindi cosi come quando qualcuno vi offende per strada il problema è provare quello che è stato detto e chi l’ha detto, nella rete il che è stato scritto è recuperabile facilmente, specialmente quando si fa nome è cognome di una determinata persona, come per esempio ciò che mi è accaduto riguardo uno spazio disponibile liberamente (Italian Insane Information), che è entrato nel ciclone di lotte affaristiche e di potere per alcuni articoli scritti da gente semplice che sostiene Beppe Grillo.
Nel reale la reputazione deve essere intesa come la stima di cui l’individuo gode nella società per le caratteristiche che gli sono proprie. Per ledere la reputazione, pertanto, sono necessarie espressioni offensive, denigratorie o espressioni dubitative, insinuanti, allusive, sottintese, ambigue, suggestionanti, se per il modo con cui sono dette o scritte fanno sorgere in chi legge un plausibile convincimento sull’effettiva rispondenza a verità dei fatti narrati. La vittima oggetto della diffamazione deve essere, ovviamente, una persona determinata o determinabile, inoltre la diffamazione è un reato istantaneo che si realizza con la comunicazione a più persone, ma non voglio entrare nelle varie distinzioni giuridiche per la qualificazione del reato, anche perché la mia casa è il cyberspazio e le mie regole sono la netiquette, ma un vaffanculo da parte mia era doveroso a tutti quei caproni che fiancheggiano lotte politiche per salvaguardare il sistema, d’altronde sono poche le persone che possono apprezzare e comprenderne il significato dell’indipendenza del cyberspazio
Ma visto che mi trovo a trattare dell’argomento diffamazione, voglio dilungarmi su alcuni aspetti pratici.
Se denunci qualcuno per oltraggio o diffamazione o ingiuria o molestie devi stare attento, perché se non dimostro il reato non otterrai una sentenza favorevole, ma peggio chi è stato citato può farti causa e in questo caso la vince perché è provato che hai sostenuto una accusa infamante non provata.
L’indirizzo IP è un mito che aiuta molto ma non sempre e ricordate che in ogni caso le indagini le fa polizia postale, quindi lasciate perdere di farvi le indagini in casa.
Spesso in rete ci si presenta con uno nick, sia chi offende che chi è offeso potrebbe non essere riconoscibile, ed è vero anche che lo pseudonimo è protetto come il nome, se identifica una persona all’occhio della comunità, quindi valutare caso per caso.
Il gestore non c’entra nulla è bene ricordarlo, le direttive europee si uniformano a questo principio e non si può rendere un provider responsabile, così come una fabbrica o negoziante di cartoleria non risponde delle offese scritte con la sua penna sulla sua carta.
Il gestore degli spazi può però aiutare a rimuovere il messaggio, anche perché non facendolo se ne assume ogni responsabilità, prima però di agire contro il gestore del sito dovete mettervi in contatto con lui. Se siete furbi usate l’email o il telefono e risolvetelo con una richiesta educata.
Piccolo dato statistico, forse non ci crederete ma i casi più frequenti di intolleranza si verificano dalla primavera all’estate, quando gli animi si scaldano e la pazienza finisce.
Spero che questo testo torni utile a qualcuno, considerate che nel cyberspazio la vita è la stessa di quella reale, quindi scagliarsi contro tutti non è certo un modo per convivere in armonia, anzi, è il modo migliore per ritrovarsi al centro di impensabili flames.
Questo è dovuto al fatto che scrivere con una tastiera al computer sembra sempre qualcosa di più vicino al parlato che allo scritto e le reazioni immediate, senza filtri dovuti dalla presenza della “controparte”, con la differenza che entra in gioco la pessima lettura di qualche scritto che fa nascere divergenze dure da eliminare, in genere una telefonata risolve di solito ogni discussione.
Ultimo consiglio che posso darvi è che se in una comunità non siete ben accetti, non c’è santo che tenga, lasciatela e cambiatela, questa è una delle possibilità della rete, anzi no, fondatene una voi, così vi rendete conto della difficoltà di far convivere insieme tante persone, cercando sempre di mantenere quel giusto equilibrio tra una partecipazione democratica e l’autorevolezza decisionale, siate determinati nell’usare il vostro ruolo di amministratori e potere legittimo di cancellare testi o escludere utenti, ma soprattutto fatelo, tanto se una discussione ha già una volta portato a conseguenze nefaste, potrebbe farlo ancora e occhio alle copie di sicurezza. Da fare, da tenere, per il non si sa mai.
Dimenticavo nella pianificazione dei sistemi di gestione della comunità bisogna prevedere meccanismi idonei per tracciare l’attività degli utenti, questo perché se accadono cose strane bisogna darne informazione alle forze dell’ordine, bastano semplicemente IP, data e ora, non altri dati che sarebbe violazione della privacy, ma questi sì.
Informatene i vostri lettori e fate capire che non darete spazio a nessuno rompiscatole, cosi non potrete impedire abusi e scaramucce infantili, ma di certo ne vedrete sempre meno negli spazi che gestite.